Le raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite e la CAA.
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, di
cui in questi giorni ricorre il decennale della ratifica (legge 3 marzo 2009, n.18), ha lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale
godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte
delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro inerente
dignità. Non sono riconosciuti “nuovi” diritti alle persone con disabilità, ma
si ribadisce che queste ultime devono godere degli stessi diritti riconosciuti
a tutti gli altri, attraverso, in particolare, la rimozione di tutte le “barriere
comportamentali e ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva
partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”.
Nelle Osservazioni Conclusive del 2016 sullo stato di attuazione, in
Italia, della Convenzione, il Comitato delle Nazioni Unite, dopo aver espresso
la propria preoccupazione per la carenza e “la scarsa disponibilità di
comunicazioni accessibili in tutto il settore pubblico, tra cui il settore
dell’istruzione”, raccomandava “una verifica e un piano d'azione per garantire
in tutti i settori pubblici la fornitura di servizi di assistenza diretta e
mediata, compresi guide, lettori e interpreti professionali della lingua dei
segni, nonché di mezzi di comunicazione aumentativa e alternativa. In
particolare la comunicazione aumentativa e alternativa deve essere fornita
gratuitamente nel settore educativo”.
La Convenzione, infatti, negli articoli 2, 21 e 24, richiama, in
particolare, la necessaria presenza di una pluralità di opportunità e
possibilità comunicative, a partire dai percorsi educativi e formativi,
impegnando gli Stati firmatari ad adottare tutte le misure adeguate a garantire
“che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di
espressione e di opinione, ivi compresa la libertà di richiedere, ricevere e
comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri e
attraverso ogni mezzo di comunicazione di loro scelta, [...] , provvedendo in
particolare a: [...] accettare e facilitare nelle attività ufficiali il ricorso
da parte delle persone con disabilità, alla lingua dei segni, al Braille, alle
comunicazioni aumentative ed alternative (CAA) e ad ogni altro mezzo, modalità
e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta”.
Purtroppo tali impegni previsti dalla Convenzione ONU, e ratificati con
la legge 18/09, così come le raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite,
paiono ancora molto lontani dall’essere pienamente recepiti e attuati. Sembra,
inoltre, che misure e interventi in tal senso continuino a essere
prevalentemente orientati da un approccio generale alla disabilità di tipo
medico sanitario, piuttosto che da quello dei diritti umani, proposto dalla
Convenzione e raccomandato dal Comitato delle Nazioni Unite.
Poiché il diritto alla comunicazione e all’informazione è un presupposto
fondamentale per permettere a tutti la libera partecipazione e la possibilità
di portare il proprio contributo alla vita della comunità, in occasione
del decennale della legge 3 marzo 2009, n.18, di ratifica della Convenzione ONU sui diritti
delle persone con disabilità, realizzandone una versione in CAA (Comunicazione
Aumentativa e Alternativa), si è cercato di contribuire a riportare
l’attenzione sull’importanza sia di garantire a ogni persona la piena
accessibilità alla comunicazione e alle informazioni sui propri diritti, sia di
proseguire il cammino verso la completa attuazione della Convenzione ONU per la
costruzione, condivisa, di una società realmente inclusiva.
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