La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità in CAA.
La Convenzione ONU in CAA |
“Gli Stati Parti prenderanno
tutte le misure appropriate per assicurare che le persone con disabilità
possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione,
compresa la libertà di cercare, ricevere e impartire informazioni e idee su
base di eguaglianza con altri e attraverso ogni forma di comunicazione di loro
scelta”. (Art. 21 Convenzione ONU)
La
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, definita come “il
primo grande trattato sui diritti umani del XXI Secolo”, è stata approvata il
13 dicembre 2006 dall’Assemblea delle Nazioni Unite ed è stata ratificata
dall’Italia con la legge 3 marzo 2009, n.18. La Convenzione ha lo scopo di
promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i
diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con
disabilità, e promuovere il rispetto per la loro inerente dignità. Non sono
riconosciuti “nuovi” diritti alle persone con disabilità, ma si ribadisce che
queste ultime devono godere degli stessi diritti riconosciuti a tutti gli
altri, attraverso, in particolare, la rimozione di tutte le “barriere
comportamentali e ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva
partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”.
Poiché
tali barriere sono, spesso, di tipo comunicativo (mancato ascolto, informazione
negata o parziale, assenza di ausili, …), la Convenzione (in particolare negli
articoli 2, 21 e 24), nel richiamare la necessaria presenza di una pluralità di
opportunità e possibilità comunicative, a partire dai percorsi educativi e
formativi, impegna gli Stati firmatari ad adottare tutte le misure adeguate a
garantire “che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla
libertà di espressione e di opinione, ivi compresa la libertà di richiedere,
ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri
e attraverso ogni mezzo di comunicazione di loro scelta, ... , provvedendo in
particolare a: ... accettare e facilitare nelle attività ufficiali il ricorso
da parte delle persone con disabilità, alla lingua dei segni, al Braille, alle
comunicazioni aumentative ed alternative (CAA) e ad ogni altro mezzo, modalità
e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta”.
Secondo
la definizione dell’American Speech-Language-Hearing Association (ASHA, 2005):
“La Comunicazione Aumentativa Alternativa si riferisce a un’area di ricerca e
di pratica clinica e educativa. La CAA studia e, quando necessario, tenta di
compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazioni nelle
attività e restrizioni alla partecipazione di persone con severi disordini
nella produzione del linguaggio e/o della parola, e/o di comprensione relativamente
a modalità di comunicazione orale e scritta”. La CAA non si esaurisce, quindi,
nell’utilizzo dei sistemi simbolici (che, tuttavia, ne rappresentano l’aspetto
maggiormente conosciuto), ma prevede una costante attenzione alle opportunità e
alle modalità comunicative di ogni persona.
In
occasione del decennale della legge di ratifica della Convenzione ONU, che pare
ancora molto lontana dalla sua concreta attuazione, con questo piccolo (e
sicuramente migliorabile) lavoro, abbiamo voluto riportare l’attenzione sia
sull’importanza di garantire a ogni persona la piena informazione sui propri
diritti, sia sulla necessità di favorire e permettere scambi e opportunità
comunicative aperti a tutti, per proseguire il cammino verso la piena
accessibilità delle informazioni e la partecipazione delle persone con
disabilità, e per costruire, tutti insieme, una società realmente inclusiva.
Note sulla traduzione
La
traduzione, che non ha carattere di ufficialità, si articola su una rielaborazione della Convenzione basata, oltre che
sul testo originale, su alcune versioni in forma “facile da leggere”(Easy-read versions), della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con
disabilità (in particolare quella italiana realizzata dall’Anffas).
Sono
stati utilizzati simboli ARASAAC. Si tratta di un sistema di simboli Open
Source di proprietà della “Diputación General de Aragón” sotto licenza Creative
Common, disponibile a tutti e tradotto in varie lingue tra cui l’italiano. Non
è l’unico sistema di simboli, tuttavia è il solo che, ad oggi, può essere usato
senza costi per una distribuzione gratuita e, quindi, ci è sembrato opportuno
privilegiare questa scelta nella traduzione di un testo che parla di diritti
per e accessibili a tutti.
Per
quanto riguarda il simbolo relativo alla “Disabilità”, tra le varie versioni
che negli ultimi anni si stanno susseguendo, a testimonianza di un’evoluzione
nel dibattito relativo anche a quest’aspetto, abbiamo scelto quella che,
attualmente, ci sembrava maggiormente rappresentativa delle diverse disabilità.
Gli autori
Dott.ssa Franzino Simona
Piera, Laurea Magistrale in Scienze riabilitative, Terapista
della Neuropsicomotricità, specializzata in CAA … sempre all'opera.
Dott. Domenico Massano,
Pedagogista, educatore e formatore … in cammino.
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